La visita del Governatore al nostro RC Milano Fiera, a ottobre 2024, è stata ricca di spunti per approfondimenti su temi di interesse sostanziale.

Un punto nodale, evidenziato da Michele Catarinella, è la questione effettivo. Milano conta 47 club. L’auspicio e l’invito è coinvolgere nuove persone per incrementare il numero dei soci, in particolare attingendo nuove leve del Rotaract.

Due riflessioni prendono corpo dalle indicazioni del Governatore:

Una l’attrattività del Rotary, l’altra la differenza generazionale tra l’età media dei rotariani e l’età dei giovani aspiranti soci rotaractiani. Il secondo argomento è contenuto in un certo modo nel primo. La domanda di fondo è infatti la medesima e si incentra sul tema dell’attrattività del Rotary.

Il rapporto tra continuità e innovazione è paragonabile al rapporto tradizione-innovazione. In medio stat virtus, a proposito di voci tradizionali: no alla venerazione acritica della tradizione; no all’innovazione a prescindere dall’esperienza storica.

Il Rotary si distingue da altre associazioni per essere leader di pensiero e azione, in modo peculiare e distintivo da altre realtà associative. In via pratica la differenza si risolve nell’approccio progettuale e fattivo che coglie i bisogni della comunità in cui è collocato proponendo soluzioni.

Saper comunicare queste competenze attive, per farne cogliere all’esterno il carattere distintivo, fa parte dei compiti non solo dei comunicatori istituzionali del Rotary, ma è una consapevolezza che dovrebbe identificare ogni socio.

Certo è che, quando si parla di identificare i bisogni della società, emergono sensibilità diverse.

L’approccio alle questioni sociali non è solo un fatto privato, ma collettivo, che varia di generazione in generazione come una sorta di coscienza collettiva.

Tutto ciò premesso, attraverso la questione dell’attrattività, si torna all’argomento dell’incontro tra età differenti all’interno di uno stesso club.

Un genere di promiscuità da considerare una ricchezza e non un problema. Per affrontare qualsiasi questione, è stato dimostrato come sia vantaggioso avere più punti di vista e poter vagliare differenti opinioni.

COME INTENDERSI E COME DIALOGARE PER CONDIVIDERE INTERESSI, ASPIRAZIONI, VALORI?

All’interno di un club possono coesistere BUILDERS, BABY BOOMERS, GENERAZIONE X e MILLENNIALS. Builders sono i più anziani, più vicini all’ultimo conflitto mondiale. Mentre i Baby Boomers sono i nati tra il Cinquanta e i primi anni Sessanta. Dal 1964 al 1979 abbiamo la generazione X, seguita dai Millennials nati tra il 1980 e l’anno 2000. Le generazioni a seguire, dette Y e Z, comprendono giovani e giovanissimi.

I rotaractiani che si affacciano al Rotary sono soprattutto Millennials, definiti anche nativi digitali, educati da genitori delle due generazioni precedenti.

Vari studi sociologici hanno identificato questa generazione di giovani adulti, come quella che ha vissuto l’epoca del terrorismo post 11 settembre 2001, cresciuta nell’era della globalizzazione e motivata da aspirazioni geo-eco-bio legate alla sostenibilità. Si tratta di giovani smart, impegnati verso volontariato e no profit, Globalmente connessi e aperti al nuovo. Identificano in modo naturale vari Brand Ambassador, come dimostra la fortuna degli influencer. Ma non necessariamente riconoscono l’autorità in senso tradizionale, prediligendo la ricerca di relazioni pear-to-pear. Si relazionano volentieri all’interno di gruppi ristretti dove vivere libertà di espressione e condivisione.

Per loro, il futuro non è certo, soprattutto in ambito lavorativo: sono una generazione che deve inventare il self made, organizzandosi un percorso non tracciato prima.

Dal punto di vista comunicativo tra i più giovani prevale la comunicazione veloce, formata da story telling digitale e reale, la creazione di contenuti di qualità, programmazione e formazione.

Al contrario, la forma mentis di Baby Boomers e Generazione X, è stata condizionata da grandi aspettative verso il futuro, segnato su rotaie da scegliere e sulle quali incanalarsi, senza particolare rivoluzione o innovazione: si innovava per gradi. La consuetudine a immedesimarsi nell’appartenenza a grandi gruppi e abbracciare idee fondamentali, fa parte integrante della formazione delle generazioni a cavallo della metà del secolo scorso, abituati al dibattito e al confronto ideologico e valoriale.

Dunque la segmentazione in base a età, genere e posizione sociale oggi è particolarmente complessa; si misurano infatti interessi aspirazioni desideri, vissuto.

Ma su quale piano si trova l’incontro fra culture e visioni apparentemente così diverse?

Anzitutto non è poco poter condividere i valori rotariani. Più che altro si tratta di trovare tematiche comuni e modalità condivise. Si tratta da entrambe le parti di non arroccarsi su preconcetti, ma umilmente imparare dalle esperienze diverse. Qualsiasi idea, esperienza, storia, si evolve. E l’innovazione viene sempre dai giovani, da ascoltare e ammirare per questo. Sono infatti dotati di strumenti nuovi, a molti poco noti e dai quali si trae energia. Da parte “anziana”, l’esperienza del vivere e la conoscenza più ampia, conduce, nella maggior parte dei casi, a naturale diplomazia e saggezza, sicuramente anche questa da valorizzare e utilizzare. Ecco che la complementarità si rende produttiva.

Più che mai necessaria è la partecipazione e il coinvolgimento nei gruppi di entrambe le esperienze. Il punto di partenza è che ciascuno immagini cosa può fare per l’altro e cosa per il gruppo, individuando cosa ci potrebbe piacere realizzare insieme. L’accettazione passa dal coinvolgimento.